Per qualsiasi progetto per cui non siano previsti finanziamenti, un bando non deve prevedere canoni di affitto che ridurrebbero drasticamente la capacità di autofinanziamento dei gestori. L’amministrazione dovrebbe sospendere eventuali precedenti decisioni di alienazione, messa a reddito, dismissione o privatizzazione del bene, a fronte di una procedura di confronto pubblico aperto, che metta in luce l’utilità o meno del progetto per uno specifico bene pubblico, riconoscendone eventualmente la sua redditività civica. Con tale definizione non si fa riferimento solo all’ambito monetario, ma in particolar modo al vantaggio collettivo sociale e culturale del progetto per la città.
Ad oggi il progetto Porto Burci non incide sul bilancio comunale in quanto completamente AUTOFINANZIATO e AUTOGESTITO (anche utenze, consumabili, pulizie e manutenzioni). Grazie alla visione, alla competenza e alla determinazione delle associazioni che lo gestiscono, è già stato capace di attrarre fondi regionali, nazionali ed europei. Ogni entrata è reinvestita nel miglioramento degli spazi e dell’offerta, in linea con la natura delle realtà che lo gestiscono, senza fine di lucro.