Antonio Gallucci (sax)
Francesco Bordignon (double bass)
Gioele Pagliaccia Drummer (drums)

Negli anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso, durante le proteste esplose nelle strade americane ad opera dei movimenti attivi nell’orbita del Black Power, parallelamente si sviluppa una nuova estetica nel Jazz (grazie alle intuizioni di Ornette Coleman, John Coltrane, Albert Ayler) volta a scoprire sempre di più le radici nude di matrice afroamericana, rivendicando con orgoglio le proprie origini e liberandosi dagli stilemi e dai manierismi consolidatisi nei decenni precedenti.
Da una costola del Free Jazz, si staccó poi anche lo Spiritual Jazz (Pharoah Sanders, Sun Ra, Alice Coltrane), teso a riscoprire la dimensione più introspettiva e religiosa presente nel Jazz delle origini, similmente a quanto avveniva con le massicce adesioni alla Nation of Islam di E. Muhammad, di cui Malcolm X fu tra i più influenti Ministri.
Il Free Jazz si lega così indissolubilmente alla protesta dei ragazzi di Malcolm X, volendo al contempo rappresentare in musica le ragioni alla base di quella rabbia sociale e l’energia, a volte distruttiva, che ne scaturiva.
Nel 2020, più di mezzo secolo dopo, abbiamo visto le strade e le piazze per George Floyd piene della stessa rabbia e della stessa energia, esplosa ancora a seguito dell’ennesima ingiustizia.
Il trio We Insist, propone un tributo al Free Jazz e alle sue ragioni, per tenere viva la fiamma della lotta per l’uguaglianza sociale e contro ogni forma di razzismo e di prevaricazione.
Durante la serata ci sarà la possibilità di fare un’offerta libera per sostenere gli artisti.