SENTIRE E COMPRENDERE è una filosofia biografica di Antonio Gramsci, ricorrendo ai termini adoperati dall’autore Francesco Iposi, che dialogherà con Mario D’Angelo e Beppe Cantele della Ronzani Editore. Leggere le Lettere dal carcere di Antonio Gramsci alla luce delle contemporanee teorie sulla consulenza filosofica e sulle pratiche autobiografiche consente di cogliere la ricchezza morale ed etica dell’opera. L’esperienza dell’intellettuale e dell’uomo politico diventa autobiografia là dove, nel grande diario del carcere, la scrittura si nutre di ricordi, aneddoti, prose di riflessione, che inducono Gramsci a fare del proprio pensiero uno strumento di difesa e cura di sé nella situazione estrema della prigionia. Un’eccezionale operazione analitica che dimostra come il potere dell’autocoscienza permetta di non smarrire la propria dignità umana, e che annuncia un diverso rapporto tra il sapere e il comprendere.
“L’errore dell’intellettuale consiste nel credere che si possa sapere senza comprendere e specialmente senza sentire ed essere appassionato (non solo del sapere in sé, ma per l’oggetto del sapere) cioè che l’intellettuale possa essere tale (e non puro pedante) se distinto e staccato dal popolo – nazione, cioè senza sentire le passioni elementari del popolo, comprendendole e quindi spiegandole e giustificandole nella determinata situazione storica, e collegandole dialetticamente alle leggi della storia, a una superiore concezione del mondo, scientificamente e coerentemente elaborata, il «sapere»; non si fa politica – storia senza questa passione, cioè senza connessione sentimentale tra intellettuali e popolo – nazione.”
Antonio Gramsci, Quaderno 11